Come mai gli innesti a gemma non hanno patito più di tanto la situazione climatica di questa stagione ?
par Stefano Lendaro, worldwide vineyards
In questa stagione così particolare, l’agricoltura in generale ha dovuto far fronte a delle situazioni climatiche anomale confermando tutto quello che ci è stato preannunciato da anni sulle conseguenze del cambiamento climatico in corso.
Guardando unicamente al settore agronomico che ci interessa, quello della viticoltura, si sono dovute affrontare delle situazioni di estrema intensità iniziando da una situazione prolungata di siccità con calori estremi che hanno messo in sofferenza gran parte dei vigneti in produzione, seguita poi da fenomeni temporaleschi esageratamente abbondanti e brevi (le cosiddette “bombe d’acqua“) che hanno solo causato danni più o meno importanti invece di procurare quell’apporto idrico indispensabile ai nostri vigneti tanto agognato per mesi e mesi, per poi concludersi in certe regioni con grandinate giusto prima della vendemmia.
Affrontando il tema della siccità e mettendolo in correlazione con l’innesto e sovrainnesto a gemma, si è osservato quello che noi della Worldwide Vineyards affermiamo da sempre, ossia che uno dei tanti vantaggi garantito da questo tipo di innesto nelle situazioni climatiche estreme è che non risente della siccità. Ma perché?
Infatti, la stagione 2022 è stata alquanto positiva per gli innesti a gemma in tutta Italia. Si sono raggiunti tassi di attecchimento elevati che spesso hanno superati il 95%. Questo è dovuto al fatto che le piante innestate hanno potuto concentrare l’apporto di linfa unicamente sulla gemma innestata per farla attecchire e successivamente sviluppare.
Le piante innestate non hanno più avuto l’arduo compito di fornire un apporto costante di linfa come contrariamente succede nelle piante in produzione per fare sviluppare tutta la vegetazione e portare a maturazione i frutti.
Questo apporto di linfa è soprattutto regolato in base all’acqua che le radici possono assorbire e dunque, nei casi di siccità, è facilmente comprensibile che l’apporto idrico sarà insufficiente con conseguenze a volte disastrose.
Nell’innesto a gemma l’apporto idrico permane necessario nella fase iniziale per fare attecchire la gemma innestata, fase che consideriamo la più critica al buon esito dell’innesto, ovvero quella della formazione del callo di sutura fra le zone cambiali, ma non risulta più indispensabile nelle fasi successive di crescita vegetativa, una volta superato i primi 15 cm di sviluppo.
Ovviamente, si possono effettuare altre irrigazioni, sono sempre benvenute ma non indispensabili allo sviluppo della gemma. A questo punto, l’innesto progredirà regolarmente patendo poco le situazioni climatiche complicate, anzi, nelle situazioni di caldo e umido esagerati si possono anche verificare casi di eccessi di vigore se si interviene con irrigazioni troppo frequenti.
Dunque, mentre le vigne in produzione ma anche tutti i nuovi impianti di messa a dimora di barbatelle, hanno patito enormemente la siccità, gli innesti si sono sviluppati regolarmente e non hanno presentato alcun segno di sofferenza alla situazione climatica di questa stagione.
Le barbatelle assemblate in vivaio e piantate in campo, visto che devono radicare nel sottosuolo e fare sviluppare la loro “parte aerea”, hanno ovviamente bisogno di un apporto costante di acqua non indifferente per la loro sopravvivenza, quello che non è sempre stato fattibile in questa stagione a causa delle carenze idriche. Diversamente nei vigneti in cui sono stati messi a dimora i portainnesti americani lo sviluppo radicale risulta molto più esteso e profondo e di conseguenza la pianta sarà in grado di rispondere bene all’innesto futuro favorendo lo sviluppo rapido della gemma innestata.
Invece le vigne in produzione non sono state preparate ad affrontare una tale siccità e probabilmente non sempre sono riuscite a fornire la linfa utile al mantenimento di una chioma abituale e fare sviluppare la quantità aspettata dei frutti. La mancanza di acqua ed i suoli quasi del tutto asciutti ha avuto come conseguenze ben visibili di aver messo in crisi idrica gran parte dei vigneti con una resa alquanto bassa.
Ecco perché gli innesti a gemma non hanno patito più di tanto la siccità di questa stagione, ovviamente a patto che il viticoltore abbia seguito il nostro protocollo di Cure e Manutenzione degli innesti”, ma questo è valido per ogni stagione di innesti.